La Willys dopo 70 anni di vita attraverso le strade degli USA sta tornando nello stabilimento di Toledo – Ohio

La Jeep Willys MB prodotta nello stabilimento di Toledo (Ohio)La Jeep Willys MB prodotta nello stabilimento di Toledo (Ohio), che ha partecipato alla Campagna d’Italia durante la II° Guerra Mondiale, è tornata negli USA in occasione del 70° anniversario della sua consegna all’Esercito Americano.

Partita  da New York il 22 maggio raggiungerà via strada Toledo, fino allo stabilimento. L’arrivo è previsto proprio il 3 giugno, giorno esatto della sua “nascita” nel lontano 1943!

Le prime notizie sono molto buone la Jeep si comporta bene qui di seguito la prima pagina del diario di viaggio:

Ieri, 22 maggio, primo giorno di viaggio con la Willys da Gillette (New Jersey) a Shamokin Dam  (Pennsylvania): poco meno di 340 km in circa 8 ore lungo strade quasi tutte secondarie bellissime. Abbiamo attraversato piccole città, campagne, fiumi, laghi e dighe salutati dagli altri automobilisti o dai passanti. All’inizio tempo brutto, freddo, una fastidiosa pioggierellina che rendeva tutto più complicato. Poi il sole, con un caldo decisamente elevato.

La nonnetta si è disimpegnata benissimo considerando la lunghezza del percorso. La velocità “standard” è stata intorno alle 45 miglia orarie con punte a 50. Consumi dell’ordine dei 7 km/litro. Da verificare solo una leggera perdita di olio dalla trasmissione. Verificheremo appena possibile i livelli.

Una menzione a parte la merita il vicepresidente dell’Mvpa (Military vehicle preservation association), Davis Welch. Senza il suo aiuto sarebbe stato tutto molto più difficile: ha ritirato la Willys dallo spedizioniere, l’ha portata nella sua officina personale, l’ha controllata, ci ha aiutato a montare la Targa Oro ASI. Prima di partire ha riempito due scatole di ricambi e ci ha garantito l’assistenza tecnica durante il percorso in caso di necessità.

Oggi 23 nuova tappa di avvicinamento a Cleveland. Decideremo il percorso in base alle previsioni meteo che non sono molto buone.

La 70 enne Willys è seguita da una Wrangler Sahara Unlimited messa a disposizione dalla Jeep Usa che fa da auto di appoggio.

La protagonista del Raid/Pellegrinaggio è un esemplare perfetto in ogni dettaglio, che infatti si fregia della famosa Omologazione ASI ( targa oro) che certifica la assoluta qualità del veicolo.

Questo raid, che ha l’appoggio dell’ASI – Automotoclub Storico Italiano – è stato inserito tra quelli che caratterizzano “ l’anno della Cultura Italiana negli USA” e avrà il supporto dell’Ambasciata Italiana  di Washington.

La Jeep Willys MB prodotta nello stabilimento di Toledo (Ohio)L’equipaggio è composta dal giornalista Vittorio Argento, Vice Direttore del Giornale Radio Rai ben noto per i suoi servizi in campo aeronautico-spaziale e appassionato storico e da Gregory Alegi, giornalista, professore universitario di Storia americana e di storia dell’aeronautica che cureranno il diario della “spedizione” sia via Twitter (#ajeepcomeshome) e Facebook sia con una serie di servizi trasmessi su Radio Rai. Un blog aggiornato di questa avventura è consultabile all’indirizzo http://ajeepcomeshome.wordpress.com/

Il programma prevede visite a West Point, sede della famosa Accademia Militare, Poughkeepsie, dove la Fiat, attuale possessore del marchio Jeep, aprì nel 1908 la sua prima fabbrica, Hyde Park residenza della famiglia del Presidente Franklin Delano Roosevelt e Cleveland. Qui l’equipaggio consegnerà alla famiglia del soldato Richard R. Radigan, le piastrine di riconoscimento ritrovate recentemente sulla spiaggia del Lago di Bracciano, a nord di Roma.

Sempre 70 anni fa il 9 -10 luglio del 1943 le truppe alleate sbarcavano in Sicilia, aprendo con l’operazione “Husky” una nuova fase della guerra, che avrebbe portato all’armistizio dell’8 settembre.
La Jeep protagonista del viaggio porta le insegne della 10/a divisione da montagna, reparto che esiste tuttora a Fort Drum nello stato di New York che durante la guerra ha operato sull’appennino tosco-emilano”.

Dopo alcuni passaggi di proprietà, la Jeep è giunta nelle mani di Vittorio Argento che ha eseguito personalmente il maniacale restauro, che ne fa oggi un mezzo di riferimento.