Processo all’Ilva: annullati i rinvii a giudizio

VEDUTA TARANTO VECCHIA DUETARANTO- Viene indicato come il più importante processo in materia di inquinamento ambientale mai celebrato in Italia, ma, per adesso, dovrà restare tale solo sulla carta. Il procedimento che vede sotto accusa l’Ilva di Taranto subisce un stop improvviso a causa di un vizio di forma: la mancata indicazione dei difensori d’ufficio per 10 imputati nel verbale d’udienza dello scorso 23 luglio. Una circostanza non da poco se si pensa che ha fatto sì che venisse  violato il diritto alla difesa di chi è sottoposto  a procedimenti penali, che ha di fatto sancito la nullità del decreto di rinvio a giudizio firmato dal gup e che, di conseguenza, ha spianato la strada alla trasmissione degli atti di nuovo al giudice delle udienze preliminari. In una manciata di parole, il processo “finisce” prim’ancora di cominciare. Ad aver decretato questo temporaneo epilogo è stata la Corte d’Assise del capoluogo ionico che, presieduta dal dott. Michele Petrangelo, ha accolto le eccezioni sollevate dalle parti in quello che è stato l’ultimo appuntamento del 2015 per questa vicenda giudiziaria.   Adesso, tutto torna all’attenzione del gup. Quando?  La fissazione della nuova udienza dovrebbe essere questione al massimo di un paio di settimane, ma di sicuro il procedimento subirà una consistente dilatazione dei suoi tempi. Secondo gli addetti ai lavori, nella migliore delle ipotesi, dei fatti che vedono l’Ilva gravata dalla pesantissima accusa di disastro ambientale (e non solo) se ne tornerà a parlare fra due-tre mesi, quando il caso sarà preso in esame dal magistrato che dovrà valutare la posizione dei 47 imputati (3 società e 44 persone fisiche) che sono finiti nel mirino della Procura tarantina per quella stessa serie di reati messa nero su bianco al termine di indagini lunghe e complesse. Per quei 47 imputati, almeno per adesso, non ci sarà alcun’altra udienza dinanzi alla Corte d’Assise. Almeno per adesso,  il “caso Ambiente svenduto” non decolla fra la delusione di chi sperava in un processo celere e, soprattutto, capace di fare chiarezza su tutto ciò che è accaduto (e continua ad accadere…) in una città sempre più sconcertata da eventi che sembrano segnare il suo destino.  Almeno per adesso, come da consolidata e  spiacevole abitudine, Taranto dovrà ancora pazientare. Con la speranza che l’attesa non sia vana.