Torna il campionato di serie A, anche se di calcio comincio a non capirci più nulla…

Il calcio è uno sport bellissimo, ma strano. Molto strano. Fino al punto da spingermi ad un’amara riflessione e cioè che… non ci capisco nulla. La conferma la sto avendo in queste settimane animate dal calcio mercato. Società che fino allo scorso anno non potevano spendere il becco di un euro, adesso hanno aperto i cosiddetti “cordoni della borsa” investendo cifre da capogiro. Calciatori che sarebbero dovuti divenire i pilastri della squadra venduti in cambio di una vagonata di milioni perché lo impone il “fair play finanziario”. Campioni ricchi ed osannati, ma tristi perché lontani dai loro Paesi di origine e di conseguenza “costretti” a lasciare il club che li ha ricoperti d’oro e di successi.  Talenti che invece di affinare le proprie doti fanno di tutto per rovinarsi la vita dimenticando che, forse, l’unica cosa che sanno fare è tirare calci ad un pallone. Potrei aggiungere tanti altri esempi (vogliamo parlare del continuo scandalo del calcioscommesse?), però è meglio sorvolare pensando che domenica comincia un altro campionato che vede come superfavorita ancora una volta la Juventus. E sì, la corazzata bianconera si appresta a vivere una nuova stagione da prim’attrice anche se rispetto a quello dell’ultimo scudetto il gruppo appare un po’ indebolito. A mio modestissimo parere, le lacune lasciate dalle partenze di Pirlo, Vidal e Tevez sono difficili da colmare. Sì, è vero  che sono stati fatti acquisti di buona fattura (e non è detto che lo shopping sia finito…), però è pure vero che quei tre erano dei veri campioni in grado di spostare gli equilibri di una qualsiasi partita. Comunque, ricordo sempre che di calcio non ci capisco nulla.

Così come non capisco la Roma.  Ha la fortuna di avere tra le sue fila il miglior centrale italiano di appena 20 anni (si parla di Alessio Romagnoli) ed invece di tenerselo stretto lo cede. Chiunque lo avrebbe fatto in cambio di 25 milioni di euro, è stato obiettato, ma allora tutti quei discorsi legati all’apertura di un ciclo, alla costruzione di una squadra giovane e vincente? Booh! I giallorossi hanno pensato bene di investire i soldi incassati per assicurarsi le prestazioni di Dzeko e di Salah. Vedremo in seguito.

Un altro mistero è l’Inter. Mancini vuole una rosa di giocatori più forte, ha preteso l’acquisto onerosissimo di Kondogbia,  vuole un altro attaccante che faccia goal a grappoli, un terzino sinistro migliore di quelli che già allena, però nulla eccepisce quando in ossequio al “fair play finanziario” si deve sacrificare un talento come Kovacic. E non basta.  Adesso (a  frittata fatta) Thohir teme che il buon Mateo possa diventare il nuovo Pirlo aprendo la strada a rimpianti che solo il tempo dirà quanto potranno far male.

Incredibile, poi, la metamorfosi del Milan. La squadra fatta con i “parametri zero” è ormai un lontano ricordo. Da quando all’orizzonte è spuntato mister Bee, Galliani è stato capace sia di mettere a segno colpi da maestro accaparrandosi Carlos Bacca, Luiz Adriano, Bertolacci, Romagnoli sia di alimentare il sogno proibito di ogni milanista: Zlatan Ibrahimovic. Potenza del danaro, direbbe qualcuno. Però io continuo a non capirci nulla di calcio. Ma non solo per quanto illustrato finora. Delle avvisaglie le avevo avute già in precedenza. Ad esempio, quando ho appreso l’entità dell’ingaggio garantito dall’Al-Ittihad a Sulley Muntari. Ebbene, pare che all’ex centrocampista rossonero andranno 14 milioni netti per due anni. Ecco, in quell’occasione ogni mia certezza sul calcio ha cominciato pericolosamente a vacillare. Fino a che punto durerà? Me lo dirà il campionato.