Omicidio Scazzi: confermati gli ergastoli per Sabrina Misseri e Cosima Serrano

20150727_195404La sentenza per l’omicidio della ragazzina di Avetrana, Sarah Scazzi, alla fine ha fatto registrare una riforma, seppur parziale. Ma questa non ha riguardato i principali imputati. Sabrina Misseri, suo padre Michele e sua madre Cosima Serrano non hanno visto mutate le loro condanne.  La Corte d’Assise di Appello di Taranto, al termine di una camera di consiglio durata circa 80 ore, non ha ritenuto di apportare cambiamenti a quanto venne già stabilito dai giudici di primo grado nell’aprile di due anni fa. L’epilogo del processo per i fatti di Avetrana resta inalterato: per il collegio giudicante presieduto dalla dott.ssa Patrizia Sinisi ad aver ammazzato Sarah furono la cugina Sabrina e la zia Cosima. Le quali, secondo la tesi accusatoria, avrebbero strangolato senza pietà la ragazzina (il cui cadavere fu poi gettato in fondo ad un pozzo abbandonato ad alcuni chilometri dal luogo del delitto).

Anche a fronte di questa seconda sentenza, Sabrina Misseri e sua madre Cosima continueranno ancora per chissà quanto tempo a proclamare la propria innocenza, a sostenere di non aver ucciso la povera Sarah Scazzi, a tentare di dimostrare che con il terribile omicidio del 26 agosto di cinque anni fa non ebbero a che fare perché (a loro dire) ad essere artefice di ogni cosa fu un altro della famiglia: Michele Misseri. Per quel crimine, che affonderebbe le sue radici in questioni di gelosia, i giudici hanno deciso di infliggere il massimo della pena ad entrambe le imputate. Ergastolo confermato, quindi. Così come era stato deciso dalla Corte d’Assise di primo grado e così come era stato richiesto in sede di requisitoria dal rappresentante dell’accusa dott.ssa Antonella Montanaro. Che, a chiusura di un’articolata ricostruzione dei fatti, non aveva mostrato dubbi nel considerare Sabrina e sua madre Cosima responsabili per quanto accaduto.

In attesa delle motivazioni alla base della decisione dell’organo giudicante, appare chiaro a tutti che nemmeno questa volta le parole di Michele Misseri hanno fatto breccia. Il contadino di Avetrana, proprio a seguito delle sue contraddittorie dichiarazioni, è stato ritenuto non credibile seppure, anche nel corso di questo processo di appello, abbia cercato di far diventare realtà quello che ormai racconta da anni. E cioè che ad aver ucciso Sarah è stato solo e soltanto lui. Una tesi che i giudici hanno considerato alla stregua di un disperato tentativo messo in atto per salvare sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina da un destino giudiziario che, a questo punto, prima di diventare inappellabile dovrà essere valutato dalla Cassazione. Comunque, anche Michele Misseri non esce indenne da questa vicenda. Come sostenuto dal p.g., pure lo zio di Sarah ricoprì un ruolo in questa brutta storia. Secondo l’assunto accusatorio, il contadino di Avetrana avrebbe avuto il compito di far sparire il cadavere della ragazzina occultandolo in un pozzo che mai nessuno avrebbe dovuto trovare. Un pozzo che, molto probabilmente, avrebbe celato per sempre la tragica fine di Sarah se proprio Michele Misseri, in preda ad una crisi di coscienza, non avesse deciso di indicarlo agli inquirenti. Ripercorrendo le fasi di questo delicato caso giudiziario, va ricordato che l’agricoltore si addossò ogni colpa per l’assassinio della nipote illustrando un torbido movente a sfondo sessuale. Si trattò di una confessione in piena regola ed all’epoca ogni cosa lasciava ritenere che la questione fosse chiusa. Un’impressione che, però, di lì a poco si rivelò sbagliatissima. Michele Misseri ritrattò le sue dichiarazioni chiamando in causa la figlia e, di conseguenza, riaprendo le indagini. Sabrina fu arrestata, alcuni mesi dopo la stessa sorte toccò alla madre Cosima perché secondo la Procura “una delle due strangolò Sarah mentre l’altra la teneva ferma”. Alla luce di quegli sviluppi, si pensò che il caso fosse stato risolto. Ed invece… Il contadino di Avetrana attirò nuovamente ogni attenzione su di sé sostenendo di aver mentito e di aver coinvolto ingiustamente la figlia. In pratica, Michele Misseri disse che il vero autore dell’omicidio era stato lui e che le due familiari non c’entravano nulla.

Fino a che punto queste ritrattazioni hanno avuto una valenza ai fini decisionali del procedimento lo dimostrano i verdetti emessi dai giudici di primo e secondo grado. Lo zio di Sarah non è stato creduto e per lui la condanna a 8 anni per soppressione di cadavere è rimasta immutata, così come per Sabrina e sua madre Cosima, nei confronti delle quali è stato ribadito l’ergastolo. Una decisione che si affianca alla parziale riforma del verdetto per il resto degli imputati (solo due sono stati assolti).