Crisi Milan: per ora nessun esonero. Inzaghi, lassù qualcuno ti ama

filippo_inzaghiE alla fine, contro ogni pronostico, Filippo Inzaghi resterà ancora sulla panchina del Milan, almeno fino alla prossima partita. L’ennesima sorprendente conferma di Pippo può essere spiegata solo con una “fortunata” coincidenza. Quale? Be’… che la disastrosa situazione della squadra in crisi di risultati (si dovrebbe dire anche di gioco, ma quello, per la verità, non si è mai visto) è coincisa con le trattative per la cessione del club. Solo per questo motivo Inzaghi non è stato sollevato dall’incarico. Solo perché la dirigenza, in altro indaffarata, non se la sentiva di spendere ancora denaro per chiamare un allenatore che avrebbe saputo di non avere un futuro in vista del passaggio di consegne fra Berlusconi ed il prossimo proprietario del Milan.

Eppure il tempo per poter rimediare c’è stato. Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto fra le fila rossonere si era già intuito a gennaio contro il Sassuolo (una vita fa…) quando la squadra di Di Francesco  vinse a San Siro con pieno merito. Ecco, se davvero si doveva invertire la rotta quello era il momento giusto. Molti, sbagliando, sostennero che era stato un passaggio a vuoto e che il mercato invernale avrebbe rimesso le cose a posto. Il primo a difendere questa tesi fu proprio Inzaghi, che invece di  rivedere sul serio gli schemi di gioco pensò che avere un esterno un più (Cerci) ed un centravanti più giovane di Torres e Pazzini (Destro) gli avrebbe cambiato la vita. Niente di più errato. Il centrocampo era il settore che più di ogni altro necessitava di una robusta rifondazione ed invece… è rimasto a dover contare su Essien e Muntari. In questa sciagurata stagione il Milan è stato surclassato sul piano dinamico da quasi tutte le squadre che ha affrontato e l’unico a non essersene mai accorto è stato proprio Inzaghi. Anche il Parma (con tutti i problemi ed i guai che lo hanno affossato) ha fatto vedere come si sta in campo. Ma del resto cosa si poteva pretendere da un Milan che tre delle quattro vittorie racimolate nel 2015  le ha conseguite contro le ultime della classifica? Inzaghi aveva il pallino in mano, ma se lo è rigirato fra le dita senza decidere. Avrebbe potuto dimettersi già dopo l’avvilente partita contro l’Empoli, ma non lo ha fatto. In più di un’occasione avrebbe potuto sostituire il fumoso ed indisponente Menez, ma ha fatto finta di nulla sperando che il francese avrebbe potuto risolvergli i matches con una giocata delle sue. Avrebbe dovuto evitare di cambiare formazione ogni settimana, ma c’era l’alibi degli infortuni… Avrebbe potuto provare qualche ragazzo della Primavera o dare maggiore fiducia a Niang o a Saponara prima che venissero spediti altrove, ma non lo ha ritenuto necessario. Solo per questi motivi Inzaghi sarebbe dovuto essere esonerato. Le sconfitte subite ad Udine e contro il Genoa sono state strameritate ed avvilenti per la mancanza di reattività della squadra. Una squadra apparsa demotivata, svuotata e stanca. Eppure, anche a fronte di un simile scenario, la dirigenza non ha adottato alcuna decisione perché aveva altro a cui pensare.

E adesso? E’ chiaro a tutti che la squadra non segue più il suo allenatore. Chissà cosa accadrà domenica, dopo la partita contro il Napoli. I più pessimisti prevedono la terza pesante sconfitta di fila; gli sparuti ottimisti non fanno pronostici, sperano soltanto che il campionato finisca il prima possibile.