Archiviata la 28esima giornata del massimo campionato di calcio nostrano, ecco che ogni attenzione viene riservata alla Nazionale e all’immancabile polemica che ormai accompagna ogni sua sortita. Invece di inaugurare la settimana parlando della prossima avversaria (l’ostica Bulgaria), si è pensato bene di spostare il tiro su un argomento tutto “nuovo”. Questa volta a far discutere è la questione oriundi. Secondo Mancini (l’allenatore dell’Inter… giusto per chi non lo sapesse), non è opportuno farli giocare con la maglia azzurra. Secondo Conte (il tecnico dell’Italia…), questi calciatori non devono essere considerati un ripiego. Secondo noi (che siamo… nessuno), se si fa ricorso agli oriundi allora vuol dire che stiamo messi davvero male. E per la verità qualcosina sul nostro livello calcistico si sta capendo alla luce della diffusa mediocrità espressa dalla serie A. Se si esclude la Juventus, che sta facendo un campionato a parte, tutte le altre stanno lottando per una piazza capace di garantire l’Europa e, di conseguenza, i compensi che le relative competizioni assicurano. Mancano ancora dieci giornate ed i giochi sono fatti, sia in testa sia in coda. Detto dei bianconeri, della volata fra Roma e Lazio per la piazza d’onore, del malumore che regna dalle parti del Vomero e dello splendido momento dell’Empoli, non resta che guardare in fondo alla classifica, dove non si può che indicare Cesena e Cagliari come le maggiori indiziate per la retrocessione. Una retrocessione che per il Parma (con tutto quello che sta accadendo) è l’ultimo dei problemi. A proposito di matematica, i conti continuano a non tornare in casa Inter. E questa volta gli “oriundi” non c’entrano. Domenica a Genova, contro la Sampdoria , i nerazzurri non sono riusciti a far dimenticare ai tifosi l’eliminazione dalla Europa League ad opera del Wolfsburg. Mancini si dice deluso soltanto dal risultato perché anche in questa occasione la sua squadra avrebbe meritato la vittoria. Ma intanto, fra proclami e recriminazioni, tutti gli obiettivi che fino a poco più di un mese fa sembravano raggiungibili pian piano stanno sfumando. Sull’altra sponda del Naviglio le cose non è che poi vadano tanto meglio nonostante la vittoria contro il Cagliari. Dopo settimane sul filo del rasoio, per Inzaghi ed il suo Milan quello appena trascorso è stato il primo week-end di quiete. Ed è bene che Menez e compagnia di questa tranquillità ne facciano tesoro perché ci sarà da perdere il sonno dopo la sosta per la Nazionale a causa di un calendario che mette in fila Palermo, Sampdoria, Inter, Udinese, Napoli e Roma, un bel test per capire se la squadra finirà il campionato in una posizione consona al suo blasone. Il tutto mentre l’era Berlusconi si avvicina sempre più al capolinea, al di là delle smentite di facciata. Ma questa è un’altra storia o meglio un’altra telenovela che andrà avanti almeno per un altro mese e mezzo.
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