Probabilmente, la vittoria conseguita domenica pomeriggio dal Milan contro il Cesena ha regalato a tutto l’ambiente rossonero un po’ di tranquillità. Almeno sino a sabato, quando Menez e compagni torneranno in campo contro il Chievo. Il primo a beneficiare di questa piccola tregua è Inzaghi, ogni domenica sempre più smagrito e preoccupato. Ne aveva davvero bisogno il buon Pippo. Anche perché, forse, nemmeno lui immaginava che a questo punto della stagione si sarebbe ritrovato distante anni luce dalla classifica che conta. L’ex centravanti dell’epoca che fu sperava di riuscire ad infondere ai suoi uomini la stessa rabbia, la stessa ambizione, la stessa caparbietà e (perché no!) la stessa bravura che lo hanno fatto diventare un beniamino dei tifosi milanisti. Ed invece… niente. L’assenza di gioco e di risultati ha scoraggiato tutti. E la dimostrazione è data dagli spalti dello stadio “Meazza”, desolatamente semivuoto. Adesso, messi da parte i sogni di gloria, Inzaghi deve tentare di chiudere la stagione nel migliore dei modi senza pensare nemmeno per un attimo al futuro, un futuro che appare ancora troppo nebuloso. Del resto, sono tante le incertezze in Casa Milan. E non solo a livello tecnico. Con i tempi che corrono, Berlusconi ha molto altro a cui pensare. Dopo aver speso una montagna di quattrini per la sua creatura rossonera, l’ex cavaliere non se la sente più di investire ancora in una società a cui sono rimasti ben impressi solo i fasti del passato. Le recenti campagne acquisti sono il chiaro segnale di come nelle casse di via Aldo Rossi non ci sia la liquidità necessaria nemmeno per fare il passo più “corto” della gamba. Eppure non c’è nulla di dire: in questi ultimi anni Galliani è stato un maestro nel concludere, senza soldi, operazioni che in altri tempi sarebbero state improponibili. Ma questo non è bastato. Perché? Perché… a Milanello sono arrivati anche calciatori sopravvalutati e finiti, calciatori a cui sono stati garantiti ingaggi “pazzeschi”, fuori portata, che tuttora pesano sul bilancio. Ed è chiaro, poi, che nessuno dei soggetti in questione se ne voglia andare rifiutando piazze e proposte che nulla hanno a che vedere con quella milanista. Diciamolo in tutta franchezza: nel Milan di Inzaghi ci sono giocatori che all’epoca di Sacchi, Capello, Ancelotti non avrebbero trovato posto nemmeno in tribuna. Troppo cattivo nei giudizi? Può darsi, ma a parlare è la classifica. Una classifica impietosa che (guardando in alto) pone i rossoneri a 24 punti da una Juve tanto brava quanto cinica e a 15 punti da una Roma in evidente affanno. Tanti, troppi per un club che, nonostante i debiti, all’estero ha ancora parecchi estimatori. Fra i quali potrebbe pure spuntare qualcuno in grado di mettere sul tavolo un’offerta che sarebbe difficile rifiutare. Non sappiamo come andrà a finire. Ma l’impressione è che se questo “qualcuno” si materializzerà chi dovrà dare una risposta non ci penserà più di tanto. Il tutto mentre Inzaghi si rimetterà al lavoro in vista di un altro week-end da vivere pericolosamente. Calcisticamente parlando.
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