Argentina in paradiso, Olanda condannata alla finalina per il 3 e 4 posto. E tutto questo al termine di una partita che definire brutta è un complimento. Tanto che alla luce del risultato, non si può che dire: “dalle stelle alle stalle”. E già, perché chi aveva pronosticato un’altra goleada nella seconda semifinale di questi Mondiali brasiliani è rimasto deluso. Fortemente deluso. Erano bastati i primi 15 minuti per capire che le otto reti che la sera prima avevano consegnato alla storia l’incontro fra Brasile e Germania sarebbero state un fatto irripetibile. Argentina e Olanda si sono guardate a vista per tutto il match cercando di limitare i danni in attesa dei rigori. Sì, è vero: qualche fiammata c’è stata, però nulla capace di “incendiare” una partita che a conti fatti non è stata assolutamente all’altezza del blasone e della (presunta) forza delle due contendenti. Dagli undici metri i biancocelesti di Sabella sono stati più precisi raggiungendo la finalissima contro la Germania. Molto ci si attendeva da Messi, però il fuoriclasse argentino è stato frenato (con le buone e con le cattive) quasi sempre dall’organizzatissima difesa “orange”. Higuain ha tentato di abbattere il muro olandese in tutti i modi, ma anche lui è rimasto imbrigliato nella rete imbastita da Van Gaal. Lavezzi ha corso, ha sgomitato, ha lottato senza ottenere alcun risultato. In poche parole, gli uomini che avrebbero dovuto risolvere l’incontro con una giocata delle loro hanno avuto le “polveri bagnate”. Dal canto suo, non è che la formazione dei Paesi Bassi abbia fatto meglio. Nel corso dei 90 minuti regolamentari e dei supplementari, Robben e compagnia si sono preoccupati di non lasciare aperti troppi varchi disinteressandosi dello spettacolo. La posta in gioco era altissima e quanto si è visto in campo lo ha dimostrato. Inevitabile che a decidere sarebbero stati i rigori. Gli stessi che hanno decretato il successo per 4 a 2 dei sudamericani. Che domenica dovranno vedersela con una Germania ritenuta dai più la superfavorita.
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