Modigliani alla Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla

Modigliani alla Fondazione Roma Museo - Palazzo CipollaAl Museo Fondazione Roma la mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti dopo 17 giorni di apertura e una media di 1900 ingressi giornalieri conquista con il record di 32.000 visitatori il primo posto tra le esposizioni più visitate nella Capitale ed il più alto share di “mi piace” e commenti positivi registrato nelle mostre degli ultimi anni.

Tutte le sale sono colme di visitatori, meravigliati dalla sorpresa di conoscere Utrillo, Valadon e Soutine, ma il flusso di pubblico approda davanti alle tele di Modigliani e resta incantato dai volti femminili che, illuminati, spuntano dalle pareti. In un tempo in cui si combatte la violenza contro le donne, le sue incantano e fanno riflettere. Senza occhi – la maggior parte – perché Modì amava l’arte africana e quindi i volti tribali, disegnati con un tratto netto e incisivo.
“Erano così le sue donne, perché l’animo umano corrotto non ha più occhi per osservare il mondo, mentre i bambini ne sono “degni”, degli occhi, azzurri, specchio dell’anima” dice Marc Restellini, curatore della mostra.

Nel corso della sua vita – durata solamente 36 anni – Modigliani ha realizzato circa 300 opere, pochissime, oggi sparse in tutto il mondo, la maggior parte in collezioni private. Il Museo Fondazione Roma-Palazzo Cipolla ne ospita ben 14, 9 delle quali ritraggono le sue bellissime modelle, amate, conosciute e dipinte.

Uomo infelice e vitale allo stesso tempo, Modigliani fu amatissimo, spesso suo malgrado, da tutte le donne della sua vita. Come Elvire, che nell’ambiente era conosciuta come la Quique e che era figlia di una prostituta marsigliese. Si incontrarono nei primi mesi del 1914 e fu amore a prima vista. Non sarà la donna che gli starà accanto fino alla morte, ma solo una fiamma, nominata nei suoi ritratti due volte soltanto ma che ispira tanti suoi nudi, corpi affusolati e colli lunghi come quello di Elvire con colletto bianco (1917-18). Lei, talmente bella che fa la cantante e posa per gli artisti di Montmartre e Montparnasse, talmente bella da poterselo permettere. Lo sguardo conturbante, gli occhi neri, i capelli corvini vive libera nella Parigi di Modigliani, finendo tra le sue braccia con un amore tumultuoso e doloroso, litigioso e dolce finché non sparirà riprendendo i suoi vagabondaggi e finendo fucilata come spia in Germania nella prima Guerra Mondiale.

Accanto la Fanciulla in abito giallo (1917) e la Giovane donna seduta con camicia azzurra (1919) dipinti che hanno fatto della loro disarmante normalità la loro potenza: giovani sedute, semplicemente abbigliate, con i capelli legati. Lo sfondo scarno, uno spazio vitale fatto di poche cose, proprio come doveva essere l’atelier dell’artista: due stanze, pochi mobili, le pareti stinte. Quello che affascina di queste tele è la compassata quotidianità, che emerge in tante opere che – lo abbiamo appreso in seguito – erano eseguite dopo una sola seduta del soggetto, perché tutto quello che c’era da osservare e studiare Modì lo faceva prima.

In mostra anche il Ritratto di Béatrice Hastings, il suo primo amore: la loro relazione fu costellata da liti furibonde e grandi riappacificazioni. Modigliani la amò perché lei gli teneva testa, finché, stufa di liti e botte, lo lascia per uno scultore.
Ben due sono le opere esposte dedicate al suo vero grande amore: Il ritratto di Jeanne Hébuterne e La ragazza dai capelli rossi.
Delle numerose donne che erano entrate e uscite dalla vita dell’artista livornese, Jeanne fu l’ultima e la più importante, anche come modella della sua pittura, ritratta in una ventina di quadri e innumerevoli disegni. Nata a Parigi il 16 aprile 1898, la giovane incarnava l’ideale di bellezza femminile per Modì: i capelli dai riflessi ramati, gli occhi di un azzurro chiarissimo, il naso dritto, la carnagione talmente bianca, quasi diafana.
Anche lei dipingeva, con talento, celando un mondo interiore così intenso da farla apparire schiva e riservata: restava spesso silenziosa e in disparte, ma osservava attentamente e sceglieva. Non le sfuggì quell’affascinante pittore italiano, bello, conteso, e maschilista. Appena diciottenne ne diventa l’amante. Cacciata da casa e abbandonata al suo destino – soprattutto dal perbenismo ipocrita della madre – troverà la sua dimensione nell’amore e nella creazione artistica proprio insieme a Modì e – a dispetto dei familiari – il loro sarà un amore per sempre. La giovane donna tutta dedita al suo Amedeo, ne accetta richieste e limiti trasformandolo nel suo unico orizzonte. Chiuderà per sempre i suoi grandi occhi tristi il giorno dopo la morte del compagno, lasciandosi cadere da una finestra per seguire il suo Amedeo. L’opera che la ritrae di profilo con i capelli raccolti mostra il grembo di una donna incinta: fu infatti ritratta due mesi prima del suicidio, quando aspettava già il loro secondo genito.

Tutte queste opere sono senza occhi, oppure le orbite sono appena accennate. Pare che Modigliani non riuscisse a dipingere una donna se prima non la avesse amata e scrutata dentro. Soltanto allora lo sguardo muto trovava espressione, soltanto allora egli ne aveva conosciuto l’anima.
Questo non vale per la Bambina in abito azzurro (1918) i cui occhi celesti ricambiano lo sguardo dell’osservatore, pupille puntate fuori dal quadro in cerca di colui che sappia riconoscere la nitidezza dell’anima.

La bellezza, gli amori, il vino, l’assenzio, il genio incompreso, l’orgoglio, la povertà, la malattia, la morte prematura: persino il suo nome, Modì-maudit, sembrava contenere il presagio di un destino infausto. Ma la forza della sua arte si è rivelata col passare del tempo un ideale condiviso. Condiviso anche dal grande pubblico – quello della mostra romana – che si prevede affollerà le sale durante le prossime feste natalizie. Il numero dei visitatori – ad oggi oltre 30.000 -, le centinaia di copie del catalogo vendute (edito da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE) e le recensioni su tutte le principali testate in Italia e all’estero, sottolineano lo straordinario successo dell’evento. Per questo Arthemisia Group – che ha prodotto e organizzato la mostra – ha predisposto la vendita di gift ticket package per regalare a Natale l’arte, un biglietto comprensivo di audioguida in omaggio da utilizzare per tutto il periodo di mostra e far conoscere a tutti i capolavori di Modì e degli artisti maledetti.
Sede
Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla
Via del Corso, 320
00186 Roma