“Le moto nel cinema di Fellini”: una grande mostra al MEF nell’ambito della quattordicesima edizione di “Modena Terra di Motori”

“LE MOTO NEL CINEMA DI FELLINI”: AL MEF NELL'AMBITO DI “MODENA TERRA DI MOTORI” UNA GRANDE MOSTRA A 20 ANNI DALLA SCOMPARSA DEL MAESTRODa sabato 18 maggio a domenica 9 giugno il Museo Casa Enzo Ferrari ospita una rassegna di moto utilizzate da Federico Fellini nei suoi capolavori. La mostra è organizzata nell’ambito della quattordicesima edizione di “Modena Terra di Motori”. All’inaugurazione sarà presente anche la nipote del regista, Francesca Fellini, e viene presentato il libro di Alberto Morsiani “Ribelli on the road”, che esplora il mondo delle moto e dei centauri attraverso l’obiettivo della macchina da presa

Il motocarro di Zampanò, la Vespa della “Dolce vita”, la Harley Davidson di “Amarcord” e perfino il triciclo di Fellini bambino: questi e tanti altri i cimeli esposti nella mostra “Le moto nel cinema di Fellini”. Organizzata nell’ambito della quattordicesima edizione di “Modena Terra di Motori” – la più grande manifestazione italiana “en plein air” dedicata alla passione per i motori – è ospitata all’interno del MEF di Modena, il Museo Casa Enzo Ferrari. La mostra è a cura di Costantino Frontalini e sarà aperta al pubblico fino a domenica 9 giugno. Al taglio del nastro, sabato 18 maggio alle ore 12, sarà presente anche Francesca Fellini, la nipote del regista, che ha recuperato la storia dello zio e si occupa della sua valorizzazione.

Nel 2013 ricorre il xx anniversario della scomparsa di Federico Fellini – morto a Roma il 31 ottobre 1993 – per questo si è scelto di dedicare al grande regista una rassegna con le moto utilizzate nei suoi capolavori.
La motocicletta è una costante nella produzione cinematografica di Fellini, presente in quasi tutte le sue opere. Nei suoi film il maestro riminese ha spesso raccontato sé stesso e le sue esperienze giovanili: uno dei primi ricordi della sua infanzia riguarda il triciclo e le ore passate a giocare con il fratello Riccardo. Prodotto dalla Giordani di Bologna, tra gli altri cimeli esposti troviamo proprio il triciclo – interamente originale – del piccolo Fellini, risalente al 1925.
E ancora il motocarro Guzzi Ercole, del 1950, utilizzato nella rappresentazione teatrale de “La Strada” (1954), film con Anthony Quinn e Giulietta Masina. Il girovago Zampanò attraversa l’Italia con la sua donna e il suo motocarro Sertum, che usa anche come casa e palcoscenico per i suoi spettacoli. Dal film è stato tratto un balletto teatrale in cui viene utilizzato un motocarro simile, un Guzzi Ercole, anch’esso allestito secondo le esigenze sceniche.
E poi il motocarro Innocenti FD 125 C, del 1952, de “Le notti di Cabiria” (1957). In questo film Fellini racconta la miseria di una donna che per sopravvivere è costretta a fare il mestiere più antico del mondo. Uno dei clienti di Cabiria – interpretata da Giulietta Masina, compagna di vita del maestro – si presenta a bordo di un motocarro Innocenti 125, un veicolo commerciale tipico degli anni ’50.
E ancora la mitica vespa 125 del 1959 – anch’essa originale – utilizzata dai fotografi d’assalto per la sua praticità nel traffico angusto di Roma, de “La Dolce Vita” (1960). Il film, diretto da Federico Fellini con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, è una pietra miliare nella cinematografia mondiale, e un vero e proprio fenomeno mediatico. Vennero imposti nella memoria collettiva termini come “paparazzo” (dal nome del fotografo collaboratore del protagonista) e “dolcevita” (che da lì in poi indicherà il tipo di maglia a collo alto).
Tra gli altri mezzi troviamo poi il Gilera Saturno sidecar, del 1953, de “I Clowns” (1971). Si tratta di una sorta di documentario in cui il regista rievoca la sua infanzia. Fellini è il bambino che vede il tendone del circo che sta per essere montato e i clowns gli ricordano alcuni personaggi che ha conosciuto nella realtà. Tra questi un capostazione molto preso dal suo ruolo e un ufficiale che gira a bordo di un sidecar Gilera.
In “Roma” (1972) poi, tra le altre, troviamo una Laverda 750 S, del 1970. Il film è un ritratto della capitale negli anni ’30 vista dagli occhi di un giovane di provincia che arriva alla Stazione Termini. Nel finale, ambientato negli anni ’70, un gruppo di motociclisti, visti come i nuovi “Barbari”, invadono le vie di una Roma notturna e confusionaria mentre la Polizia cerca di riportare l’ordine.
Tra gli altri cimeli alla mostra modenese sarà possibile ammirare la Harley-Davidson WL 750, del 1932, di “Amarcord” (1973). Si tratta del film più autobiografico di Fellini. Il regista ricorda il periodo della sua adolescenza in una Rimini caratterizzata da personaggi straordinari come il motociclista “Scurèza ‘d Corpolò” che sfrecciava per il paese cavalcando, appunto, la sua poderosa motocicletta. In pochi secondi Fellini consegna alla storia l’archetipo del motociclista: un personaggio mitologico che ricorda il centauro o il cavaliere, dai lineamenti poco chiari ma dalla grande imponenza.
Il sogno e la dimensione onirica sono da sempre oggetto del cinema felliniano. Anche ne “La città delle donne” (1980) la componente surreale è predominante: un’incursione nel pianeta delle donne e del loro ruolo all’interno della società. La moto è come la donna, simbolo di sessualità ma poco comprensibile per l’uomo, in questo caso Marcello Mastroianni ha la parte dell’incauto Snaporaz e la moto, in mostra, è una Guzzi 500 Superalce, del 1949.
Ne “La voce della luna” (1990), l’ultimo film di Fellini – un testamento spirituale e cinematografico – si narrano le gesta di due personaggi (Paolo Villaggio e Roberto Benigni) che inseguono i loro sogni e ascoltano la voce della luna che sale dai pozzi. Ma scopriranno che la realtà è spesso molto più dura dei sogni: ad esempio una donna lascia il marito per un motociclista che la chiama “dinamite pura”, un nomignolo che potrebbe tranquillamente dare alla sua Ducati Indiana 650 – in mostra – descritta da Fellini nella sceneggiatura originale come una “… mastodontica Harley-Davidson”.

La mostra si colloca nell’ambito della quattordicesima edizione di “Modena Terra di Motori”, che si tiene l’8-9 Giugno: una serie di esposizioni e iniziative nelle piazze del centro storico, sabato 8 giugno la Notte dei Motori e domenica 9 il Memorial Circuito Automobilistico di Modena, Trofeo Banca Popolare dell’Emilia Romagna, con gare di regolarità su parte del percorso che fu il circuito storico cittadino di Modena. Appuntamento molto atteso è “Modena Motor Gallery”, prima edizione di una mostra/mercato di auto e moto d’epoca italiane, unico grande evento in Europa, che si tiene il 25-26 Maggio.
“Modena Terra di Motori” è promossa dalla Camera di Commercio e dal Comune di Modena, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Sempre sabato 18 maggio presso il Museo Casa Enzo Ferrari, alle ore 11, Alberto Morsiani -critico e saggista modenese – presenta insieme alla giornalista e scrittrice Nunzia Manicardi il suo libro “Ribelli on the road – Moto e bikers del cinema”, edito da Gremese di Roma.
Il libro “Ribelli on the road” parla di spazi sconfinati e di affollate metropoli, di libertà e paura, di ribellione e anticonformismo, di gang cattive di bikers e di eroi impassibili, di Guzzi e Harley, di Triumph e Ducati, di cuoio e cromature, di corse sfrenate su pista e di solitarie cavalcate su strada.
In occasione della mostra “Le moto nel cinema di Fellini” e nell’ambito della manifestazione cittadina “Nessun dorma”, l’Associazione Circuito Cinema presenta sabato 18 maggio alle ore 23,15 presso la sala Truffaut di Modena, a ingresso gratuito, il film “Roma” (1972) di Federico Fellini nella sua versione recentemente restaurata da Cineteca di Bologna, Titanus, CSC – Cineteca Nazionale, Museo del Cinema di Torino.

Per maggiori informazioni consultare i siti
www.modenaterradimotori.com e www.museocasaenzoferrari.it