In pieno sviluppo l’agriturismo grazie anche all’online

Agriturismo-Borgo-PiazzaInsieme all’enoturismo, l’agriturismo vero e proprio sta conquistando in questi ultimi tempi, offrendo anche con un’agguerrita rete web interessanti proposte di vacanza attiva, e tramite oculate campagne promozionali con i consorzi specializzati, sempre più larghe fette del mondo dei cultori e amanti del tempo libero e della vita all’aria aperta a contatto con la natura e i prodotti della terra. apprezzando, in definitiva, quelli che sono i “sapori” e le soddisfazioni della permanenza assistita in comunità agresti sia pur di piccole entità e per tempi ridotti.

L’Istat – secondo quanto comunicato proprio in questi giorni – ha infatti rilevato nel 2012 ben 12,2 milioni di “presenze” nei 20.413 agriturismi ufficialmente operanti attualmente nel Belpaese un numero di aziende raddoppiato nell’ultimo decennio, grazie, come sostiene Agriturist, ai Piani di sviluppo rurale che in media riescono ad erogare generalmente dal 30 al 50% di fondi calcolati sul valore totale effettivo degli investimenti normalmente sostenuti dalle imprese specifiche aderenti al sistema nazionale delle aziende agrituristiche. Il quale, sempre secondo Agriturist, ha potuto godere appunto l’anno scorso su un giro di affari che si è posizionato intorno ad un miliardo di euro.

In proposito va registrato che sono proprio i resort in zone rurali a costituire la nuova frontiera per i grandi gruppi finanziari italiani e stranieri, gruppi che usano investire la massa critica dei loro capitali per riqualificare giusto le aree agricole, destinate altrimenti al depauperamento strutturale, economico, storico, culturale e sociale.

Comunque va anche detto che pur reagendo l’anno scorso positivamente alla crisi facendo – come già citato – rete sul web con specifiche offerte di allettanti proposte vacanziere mirate in particolare alla clientela estera sfruttando la forza dei consorzi, non riesce ancora e sfuggire del tutto alle maglie della recessione, tanto che per quest’anno ad esempio Terranostra-Coldiretti prevede inizialmente nel primo semestre un calo di presenze pari ad almeno un 5% rispetto allo stesso periodo del 2012, che in ogni caso si tenderà di recuperare nel corso del secondo semestre, visto che le ultime stime riguardo alle previsioni concernenti gli arrivi dall’Estero sembrano volgere al segno positivo. Infatti le belle giornate e le temperature gradevoli primaverili hanno risvegliato l’interesse per la campagna, tanto che i “ponti” del 25 aprile e del primo maggio hanno fatto registrare qualcosa come 200.000 prenotazioni e relative permanenze effettive, con un trend costante per l’appunto dei Paesi esteri che vede in primo piano Russia e Stati Uniti seguiti dal Nord Europa.

Tutto ciò in generale, mentre per quanto riguarda in particolare le regioni che vengono più “cliccate” ad esempio, sul sito di Agriturist, risultano Toscana, Sicilia, Lombardia, Campania e Puglia dove le prenotazioni si sono allargate e la presenza di stranieri soprattutto nel Salento, nel Tarantino, nelle Murge baresi e in Capitanata (Gargano) è cresciuta secondo Terranostra-Puglia intorno al 27-30%. Con una specifica tenuta del passo segnatamente degli agriturismi che offrono ristorazioni a Km 0, visite ai terreni circostanti ed escursioni mirate, specificatamente nelle colline e nelle campagne dove insistono estensioni di vigneti.

A questo punto appare opportuno segnalare le mappa completa delle imprese agrituristiche esistenti attualmente in Italia, riportando la classifica sul numero delle aziende (in tutto 20.413, delle quali il 45,5% collocate al Nord, il 34,0% al Centro e il 20,5% al Sud), stilata dall’Istat regione per regione che vede, al primo posto le Toscana (con 4.125 aziende), al 2° il Trentino Alto Adige (3.366), al 3° la Lombardia (1.361), al 4° il Veneto (1.338), al 5° 1’Umbria (1.213), al 6° il Piemonte (1.110), al 7° l’Emilia Romagna (1.030), all’8° la Campania (831), al 9° la Sardegna (828), al 10° il Lazio (811), all’l1° le marche (786), al 12° l’Abruzzo (730), al 13? le Calabria (609), al 14° la Sicilia (589), al 15° il Friuli Venezia Giulia (566), al 16° la Liguria (478), al 17° la Puglia (366), al 18° le Basilicata (131), al 19° il Molise (93), al 20° la Valle d’Aosta (52).

Intanto, d’altra parte, tornando all’andamento dell’attività politico-economica vera e propria del settore agrituristico nazionale vanno pure registrati alcuni determinati segnali che meritano tuttavia molta attenzione, soprattutto in prospettiva (come già evidenziava, a suo tempo, “Mondo Agricolo”). Infatti in alcune zone considerate “forti”, dove la domanda elevata ha fin qui consentito tariffe più sostenute, si stanno avvertendo segni di flessione, anche per l’effetto concomitante di una notevole crescita dell’offerta. Ciò significa, in pratica, che le prevalenza della domanda sull’offerta, che aveva caratterizzato il comparto fino e poco tempo fa, almeno per le fascia di prezzo “alta” non è oggi più una certezza.

In ogni caso è da riconoscere tuttavia che continuano ed esserci fasce di aziende particolarmente richieste, anche con tariffe sostenute; e nel contempo ci sono anche aziende in zone turisticamente scarsamente affermate che stanno prendendo notevolmente quota. Ciò sta a dimostrare che evidentemente sono in effetti appunto le strategie promozionali a fare la differenza, soprattutto quando, come nel caso di internet, meglio consentono di collegare il prezzo alla qualità dell’accoglienza, attraverso informazioni precise e dettagliate, oltre che fotograficamente documentate. Mentre si può pure avvertire un certo diffuso mutamento negli atteggiamenti degli ospiti dell’agriturismo, che ormai provengono da ogni settore delle domanda vacanziera, aumentando in un certo senso il numero potenziale dei fruitori del tempo libero, i quali, comunque, diventano via via sempre più esigenti e quindi maggiormente attenti nelle selezioni e nelle scelte finale.

Al riguardo “Mondo Agricolo” segnalava che principalmente sono due le ragioni che rendono insoddisfatti gli agrituristi, sulle quali ogni imprenditore agricolo intenzionato a dedicarsi all’agriturismo deve attentamente riflettere. La prima concerne la scarse accuratezza nella gestione dell’azienda: nel turismo moderno, appunto, non c’è più spazio per difetti di pulizie, corredi carenti, locali chiusi e spazi aperti poco curati (e l’agriturismo non può sfuggire a tali regole di “qualità”, magari trincerandosi dietro la propria “rusticità” o l’obbligo di dedicarsi prioritariamente all’attività agricola). La seconda interessa la necessità di una puntuale caratterizzazione: chi sceglie l’agriturismo non si aspetta solamente una camere confortevole e un attraente panorama campagnolo; l’agriturista vuole riconoscersi soprattutto nell’azienda agricola, nel cibo salutare e genuino della case, in una dimensione che lo faccia sentire prima di tutto ospite piuttosto che “cliente”.

Tutto ciò considerando, in conclusione, che per lo sviluppo dell’agriturismo un ruolo particolarmente importante è giocato proprio dalla “qualità dell’ambiente” che costituisce in se stessa l’insieme delle varie componenti fisiche, economiche, culturali, storiche, confortevoli e segnatamente “umane” e ospitali di un determinato territorio e di una specifica azienda.

Roberto A. Raschillà

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