Un tributo a Ida Barbarigo da Axel Vervoordt

Ida BarbarigoNata a Venezia nel 1925 da una famiglia di artisti e letterati (suo padre, Guido Cadorin fu anche il suo primo maestro) Ida Barbarigo studia per qualche tempo Architettura con lo zio Brenno del Giudice per poi dedicarsi giovanissima interamente alla pittura, tanto che già nel 1942 un suo quadro viene selezionato per un concorso di giovani artisti alla Biennale di Venezia.
Nel 1946 incontra il pittore sloveno Zoran Music tornato a Venezia dopo la prigionia a Dachau prestandogli il proprio studio e finendo poi per sposarlo nel 1949.

Le opere di questi anni preannunciano i temi ricorrenti del lavoro di Ida Barbarigo:  le sedie e le loro imprevedibili architetture nella città, i personaggi seduti negli spazi vuoti come monumenti moderni nella città antica.
Frequenta De Chirico, Bontempelli e de Pisis e viaggia molto, specie in Svizzera, affermando di voler “disimparare a dipingere” per meglio ritrovare il proprio essere intatto.

Nel 1952 si trasferisce a Parigi, via Mazarine, dove, nel 1955, partecipa per la prima volta al Salon de Mai. Nel ’59 la prima grande personale a New York alla Galleria Saletti e, l’anno successivo, l’ampia personale alla Galleria d’Arte Moderna di Fiume, portata poi a Lubiana e Zagabria nel 1961. Di li la carriera di IdaBarbarigo è costellata di grandi mostre e monografie con una importante partecipazione alla Biennale di Venezia nel  1978. Attualmente vive e lavora tra Parigi e Venezia.

La Fondazione Axel e May Vervoordt dedica all’artista un nuovo volume, un’elegante monografia pubblicata in Italia da Skyra. Il libro verrà presentato in anteprima a Venezia nel Giugno 20