Tributo al grande fotografo Gabriele Basilico

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Basilico fotografa il Ponte di San Francisco, 2007

Il grande fotografo milanese Gabriele Basilico, classe ’44, è morto dopo una lunga malattia. Ha celebrato la bellezza dei paesaggi con una particolare attenzione all’architettura incorniciando gli spazi urbani e documentando il lento trasformarsi delle più famose città del mondo. Un poeta, un architetto, un fotografo è difficile racchiudere la sua figura in un’unica professione, da giovane ha studiato per tre anni architettura ma nel ’68, periodo delle contestazioni studentesche, capì che i banchi universitari non servivano più per disegnare. Vide nella macchina fotografica la sua valvola di sfogo, la sua fonte di reddito e soprattutto il mezzo per partecipare appieno al grande cambiamento.

Dai cortei passò ad analizzare e fotografare l’architettura, sfruttando i suoi studi e la sua passione, e così aprì uno studio in via Brera, sempre a Milano, cominciando a catalogare le aree dismesse della sua metropoli. Alla maniera di Bernd e Becher cultori dell’archeologia industriale fotografata inesorabilmente in bianco e nero.

Basilico 1984
Le Treport, realizzata nel nord della Francia per il volume Bord de Mer, 1984

L’investitura internazionale: nel 1984 fu scelto dal governo francese come unico artista italiano a lavorare alla missione fotografica della Datar, una vasta e articolata campagna itinerante in tutto il continente europeo. “Il lavoro era interessante e di grande responsabilità, perché permetteva all’autore di fare un progetto e svilupparlo in modo molto libero”, diceva in proposito Basilico, rimarcando la propria esigenza di assoluta libertà artistica.

Le Touquet, Francia, 1985
Basilico – Le Touquet, Francia, 1985

Negli anni novanta divenne celebre il suo reportage fotografico su Beirut, dopo la guerra.”Con le sue immagini, dalla controllata, consapevole tensione metafisica – scriveva Italo Zannier nella Storia della fotografia italiana – egli ha efficacemente collaborato a presentare in questi ultimi anni il gusto post modern, rilevando visivamente alcune dimenticate architetture industriali e di periferia, rivalutate come reperti archeologici e fissate con un chiaroscuro intenso ed una prospettiva sfuggente e basculata, nello stile sofisticato anni ’30″.

Con la sua macchina ha poeticamente raccontato altre città, da Napoli a Milano, Roma, Berlino, Buenos Aires, Istanbul.

Basilico - Shanghai 2010
Basilico – Shanghai, 2010