Test truccati: la Volkswagen si scusa, ma rimediare costerà tantissimo

INTERNI GOLF ALLTRACKL’obiettivo è quello di riguadagnare al più presto la fiducia dei propri clienti e dell’opinione pubblica mondiale, ma non ci vuole un mago per prevedere che per la Volkswagen si tratterà di un’impresa ciclopica. La portata negativa dello scandalo dei test truccati che ha travolto il colosso di Wolfsburg  è enorme  e difficilmente potrà essere ridimensionata a breve. A far temere il peggio sono soprattutto gli effetti (a cascata) di carattere economico. Ma questi potrebbero non essere i soli se è vero che da più parti si  ipotizzano anche risvolti penali. Stando alle prime reazioni che si stanno registrando in tutto il mondo, le conseguenze di questo “tsunami” saranno devastanti.

Per adesso, sui tavoli dei manager della Casa automobilistica tedesca  stanno piovendo da ogni dove richieste di chiarimenti, che potrebbero anche trasformarsi in qualcosa di più incisivo qualora si dovesse scoprire che l’alterazione dei dati delle emissioni dei gas di scarico non abbia riguardato solo le vetture diesel vendute negli Stati Uniti (si parla di 11 milioni). Intanto, il Gruppo Volkswagen ha diramato un comunicato stampa con cui annuncia di aver avviato un’indagine volta ad accertare cosa sia successo precisando di voler “chiarire le irregolarità concernenti un particolare software usato nei motori diesel” e che “il software in questione non riguarda la manipolazione, il consumo o le emissioni”. Sempre nella nota stampa si legge che “Volkswagen non tollera alcun tipo di violazione di qualsiasi legge e che informerà costantemente il pubblico in modo trasparente sull’evoluzione degli accertamenti “. Ma non  basta. Consci che la storia non finirà qui, i vertici dell’Azienda hanno annunciato la decisione di accantonare 6 miliardi e mezzo di euro (ma, come viene riportato nel comunicato, l’importo è suscettibile di una rivalutazione) per fronteggiare  gli eventuali costi del problema. Queste le prime contromisure del Gruppo nel corso di una giornata che definire difficile potrebbe risultare sin troppo riduttivo. Del resto, al di là degli auspici di facciata (“riconquisteremo la fiducia del pubblico”), non c’è nulla al momento che dalle parti di Wolfsburg induca ad un flebile ottimismo. Anzi.  Che l’aria stia diventando pessima l’hanno subito fatto capire le Borse europee in cui il segno “meno” l’ha fatta da padrone. E siamo solo all’inizio.

Nel nostro Paese ha fatto sentire la sua voce il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che nel chiedere a Volkswagen Group Italia  informazioni sulle vetture vendute nel territorio nazionale valuta, qualora dovesse risultare necessario, se non sia il caso che a tutela dei consumatori vengano adottate le stesse misure applicate negli USA (blocco delle vendite e ritiro delle auto già commercializzate).

Per adesso, nessuno è in grado di anticipare cosa potrà accadere, ma tutti sono d’accordo sul fatto  che la questione dovrà essere risolta nel più breve tempo possibile. Così come sembra scontato che, in ossequio alla rinomata ed inossidabile efficienza tedesca, alla Volkswagen chi ha sbagliato sarà individuato. E non la passerà liscia.