La sostenibilità delle carni in Italia, presentata la “Clessidra Ambientale”

Il settore economico delle carniMILANO- Assica, Assocarni e UnaItalia, le principali associazioni di categoria delle tre filiere italiane della carne più importanti (bovino, suino e avicolo) hanno presentato presso Expo Gate, a Milano, la Clessidra Ambientale. Sviluppata nell’ambito del rapporto “La sostenibilità delle carni in Italia”, la clessidra rappresenta, con un approccio innovativo, l’equilibrio fra nutrizione umana e tutela dell’ambiente.

Negli ultimi anni il consumo di carne è divenuto oggetto di molte attenzioni e di dibattito, legati soprattutto a ragioni nutrizionali e ambientali. Oggi, con la presentazione della Clessidra Ambientale e il più ampio rapporto sulla sostenibilità delle filiere della carne in Italia, i produttori vogliono far conoscere il loro punto di vista, fornendo una sintesi chiara e comprensibile delle conoscenze e dei più recenti orientamenti tecnico scientifici circa la sostenibilità delle carni sotto diverse chiavi di analisi: nutrizionale, ambientale, economica e sociale.

L’incontro ha visto la partecipazione al dibattito di Massimo Marino, Socio fondatore di Life Cycle Engineering, Ettore Capri, Direttore del Centro di ricerca per lo sviluppo sostenibile (Opera – UCSC), Evelina Flachi, Specialista in Scienza dell’Alimentazione, giornalista, Stefano Zurrida, Professore Associato di Chirurgia Generale, Università degli Studi di Milano.

Fino ad oggi si è valutato il carbon footprint della filiera delle carni in termini assoluti (emissioni di CO2 per kg di carne). Ora, il rapporto vuole proporre un nuovo approccio, che valuta l’impatto di un alimento sulla base delle quantità realmente consumate nell’ambito di una dieta corretta ed equilibrata: ciò porta a risultati nuovi e tutt’altro che scontati, che aprono a differenti considerazioni e prospettive.

“La Clessidra Ambientale moltiplica l’impatto ambientale degli alimenti per le quantità settimanali suggerite dalle linee guida nutrizionali INRAN (oggi CRA-NUT) più recenti e disponibili, che prendono a modello la dieta mediterranea, e mostra come mangiare carne in giusta quantità non comporti un aumento significativo dell’impatto ambientale” – ha dichiarato Massimo Marino, Socio fondatore di Life Cycle Engineering, responsabile tecnico del progetto. “Se si segue il giusto modello alimentare, infatti, l’impatto medio settimanale della carne risulta allineato a quello di altri alimenti, per i quali gli impatti unitari sono minori, ma le quantità consumate decisamente maggiori”.

Questo concetto è espresso in maniera chiara e intuitiva dalla Clessidra Ambientale, dove si può notare come in un modello alimentare corretto il carbon footprint delle proteine sia pari a 7,5 kg di CO2 equivalente, un valore in linea con quello di frutta e ortaggi, che arriva a 6,7 kg CO2 eq.