Renzi inaugura la 78esima Fiera del Levante e ricorda: “Senza riforme non si va avanti”

Renzi alla FDBARI- Senza riforme non si va da nessuna parte ed è per questo che non bisogna mollare. Anzi. Mai come in questo momento  è  necessario andare avanti. Un concetto che il premier Matteo Renzi ha sempre sostenuto e questo pomeriggio non ha mancato di ribadirlo a Bari, in occasione dell’inaugurazione della 78esima edizione della Fiera del Levante. Un discorso, quello del presidente del Consiglio dei ministri, che in mezz’ora ha toccato numerosissimi punti: dal momento politico che si sta vivendo in Europa alla crisi internazionale; dalle possibili trivelle nel Mare Adriatico all’accoglienza dei profughi; dalla scomessa sull’agroalimentare alle grandi opere; dalle emergenze da affrontare su tutto il territorio nazionale alla ricerca dei rimedi per poter far ripartire il Paese.

cerimonia1Seguendo un canovaccio tanto preciso quanto studiato, Renzi si  è definito l’allenatore di una squadra con “giocatori straordinariamente forti che però non si parlano in campo, non si passano la palla, con uno spogliatoio in cui il clima è delicato. E poi, nel processo del lunedì, ci sono quelli che dicono che questa squadra è destinata alla retrocessione. Ma la realtà è diversa. In questa squadra c’è un allenatore con la testa dura e sugli spalti c’è gente che fa il tifo affinché la squadra vinca.” Una metafora chiarissima.

Mantenendo un ritmo oratorio incalzante, il presidente del Consiglio ha sottolineato come sia arrivato il momento di ricordarci cosa è stato e cosa deve essere il Paese; un Paese in cui il futuro sembra stia diventando una minaccia perché la classe politica non è riuscita a cambiare il corso delle cose, un Paese che ha bisogno di riforme istituzionali e costituzionali per poter risorgere. E a tal proposito, il premier ha voluto chiarire che non crede che l’Italia uscirà dalla crisi facendo le riforme, qualsiasi tipo di riforma (da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione). Non basterà tutto questo. Ma Renzi è certo che se non inizierà a farle, le riforme, questo Paese non avrà neanche più la credibilità per guardarsi allo specchio.

Fra i tanti temi presi in esame non poteva mancare la  Puglia, la padrona di casa. Qui il governo non si occuperà soltanto del Gargano, delle infrastrutture , dell’Alta velocità (vedi il collegamento Napoli-Bari). Il premier ha dichiarato che: “Non lasceremo che su Taranto si giochi la sconfitta della dignità dell’uomo. A Taranto non è più una partita che riguarda soltanto l’Ilva, non è più una partita che riguarda solo i posti di lavoro, che pure sono tanti; è in ballo l’idea stessa di un rapporto tra diritto al lavoro e diritto alla salute. Si vuol far credere che le due cose vadano in contraddizione. Noi dobbiamo vincere la sfida dell’Ilva a Taranto per dimostrare non soltanto che l’occupazione ha un futuro, ma anche che la siderurgia e Taranto devono essere il simbolo per il quale si può coniugare insieme la capacità di attrazione di investimenti stranieri, la dimensione ambientale, la creazione di posti di lavoro.”

Creazione dei posti di lavoro che non può prescindere dalla formazione.  “Dobbiamo far ripartire le università – ha sostenuto Renzi- . Non dobbiamo inseguire chi se ne vuole andare, se vuole fare esperienze all’estero… che vada, ma dobbiamo dimostrare che questo Paese potrà tornare ad essere attrattivo per i “cervelli” nel momento in cui nelle università si darà più spazio agli studenti e ai loro sogni e meno a qualche “barone”.  Solo quando le università torneranno ad essere attrattive il nostro Paese diventerà di nuovo grande. C’è tanto, tanto da fare. Si poteva cominciare  già  30, 20, 10 anni fa. Ma basta lamentele e pianti inutili.  Dobbiamo essere convinti di essere nel Paese più bello del mondo con le qualità, delle donne e degli uomini che lavorano, più attrattive del mondo.”

In poche parole,  c’è ancora tanto lavorare. E su questo non c’erano dubbi. Ma guai a mollare e a non andare avanti. Renzi dixit.