”Ercole Olivario”: crescita e affermazione del settore olivicolo italiano di fronte alla riforma Ue

oliveIl meritato successo a Perugia delle 21esima edizione del concorso “Ercole Olivario” dedicato ai premi, nelle rispettive categorie, per i migliori oli extra-vergine di olive italiani, con la partecipazione di 323 etichette in lizza provenienti de 17 regioni e 106 finaliste, insieme ai primi proficui risultati della nuova legge “salva olio made in Italy”, in vigore del 1° febbraio 20l3 — nonostante le norme ostative giunta da Bruxelles — e che sta cambiando in positivo il rapporto tra produttori e consumatori sul piano della trasparenza (infatti, in proposito va registrato che già arrivano i primi timidi segnali di ripresa del mercato, il che in tempo di crisi si può assolutamente considerare un fatto positivo per l’economia delle aziende e dei territori, a cominciare da un giusto adeguamento dei prezzi), tornano a riproporre alla ribalta in tutte le sue variegate sfaccettature l’importante problema del reale sviluppo dell’olivicoltura nel nostro Paese. Uno di quei problemi che vanno molto al di là del loro aspetto puramente tecnico, coinvolgendo orientamenti di fondo di politica economica a livello interno, ma soprattutto a livello internazionale, e portando le circa 200 associazioni italiane di produttori olivicoli rappresentate da 5 Unioni nazionali, a confrontarsi, in una dura prova, con le complesse esigenze del mercato.

Se da un lato è vero che è necessario uno sforzo d’aggiornamento e di riqualificazione professionale dell’intero settore che renda più competitivi i nostri prodotti sul mercato europeo e su quelli extraeuropei, ancor più necessaria appare un’inversione globale di tendenze all’interno della Ue e nei rapporti conmerciali con il Nord America. Troppo a lungo si è preferito adottare una politica assistenziale de parte della Comunità Europea verso gli agricoltori del Mezzogiorno, quando il vero problema era (ed è) quello di restituire dignità alla nostra produzione, ponendo termine alla tendenza di privilegiare costantemente i prodotti agricoli del Nord Europa e degli Stati Uniti, mortificando a livello di consumo e di pubblicità prodotti mediterranei persino sul mercato interno italiano.

E in questo quadro un autentico spirito di solidarietà europea deve indurre il nuovo Governo italiano e il Parlamento appena eletto, insieme alle forze sociali e produttive, a pretendere da parte dell’Ue una politica completamente diversa, che si rende tanto più indispensabile con l’ingresso nell’Ue stessa di eventuali altri Paesi. Non assistenza, quindi, dovrebbe essere chiesta degli agricoltori del nostro Mezzogiono, piuttosto un piano di sviluppo della produzione olivicola.

Dunque, proprio in una tale ottica, le varie problematiche che il comparto olivicolo italiano e meridionale in particolare presente, devono essere viste anche alla luce appunto di un sempre possibile eventuale ulteriore allargamento Ue, e delle ampie possibilità di azione da parte delle stesse associazioni dei produttori olivicoli. ln pratica gli interventi pubblici di cui il settore ha beneficiato in passato, pur numerosi, sono stati del tutto insufficienti, non coordinati e troppo lenti nel tempo, per cui è de rilevare ancora tutta una serie di carenze sia riguardo le fase produttiva che quella mercantile. Va quindi messa in evidenza la necessità di arrivare ad un originale progetto speciale per l’olivicoltura con l’adozione di valide misure di sostegno e una politica di revisione degli interventi comunitari considerati alquanto restrittivi.

Mentre va pure, d’altre parte, messo in evidenza che un’altra delle difficoltà per il settore deriva dalle caratteristiche strutturali delle aziende olivicole interessate, infatti le stesse per l’80% circa hanno una dimensione inferiore ai 5 ettari e sono all’incirca per un’eguale percentuale condotte direttamente dal coltivatore. La conseguenza di tale situazione è l’alto costo di produzione, dovuto soprattutto al maggiore costo del lavoro rispetto a quello dei Paesi concorrenti. Dunque al fine di far riacquistare economicità alle colture dell’ulivo è necessario da una parte ridurre i costi di produzione e dall’altra migliorare le rese unitarie, non essendo possibile un aumento consistente dei prezzi del prodotto perché ciò genererebbe una diminuzione nel consumo di olio di oliva a favore di quelli di semi.

Ma i problemi dell’olivicoltura non si esauriscono con quelli della fase produttive, dato che ancor più gravi risultano le carenze della trasformazione e commercializzazione dei prodotti, deficienze che generano forti contrasti di interessi tra industriali e produttori. L’organizzazione attuale delle industrie di trasformazione è dominata da una polverizzazione delle imprese, in prevalenza di tipo artigianale con alti costi di trasformazione e insufficienze strutturali ed organizzative a monte e a valle delle stesse, volte all’ottenimento dei prodotti di prima trasformazione con scarso potere contrattuale nei confronti dei commercianti e degli industriali della raffinazione.

In una tale situazione il ruolo dell’associazionismo agricolo dal canto suo, trascende gli aspetti normativi per arrivare a veri e propri compiti operativi con possibilità di organizzare e gestire centri per le lavorazione, trasformazione, stoccaggio sino all’ottenimento del prodotto finito. Si rende, infine, indispensabile raggiungere, quindi, degli standard qualitativi – spronati appunto proprio dal concorso “Ercole Olivario” -, effettuare un’intensa attività pubblicitaria, mettere in atto in definitiva una valida effettiva politica di vero e proprio “marketing”.

VINCITORI XXI EDIZIONE CONCORSO NAZIONALE ERCOLE OLIVARIO 2013

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA FRUTTATO LEGGERO

2 Classificato
Olio extravergine dell’Azienda Fois Giuseppe di Alghero (SS) Sardegna

1 Classificato
Olio extravergine “Tre Torri” del Frantoio della Valle, Prezza (AQ) Abruzzo

OLIO EXTRAVERGINE DOP FRUTTATO LEGGERO

2 Classificato
Olio extravergine DOP Umbria Colli Assisi-Spoleto “Colleruita” dell’Azienda Agraria Viola, Sant’Eraclio di Foligno (PG) Umbria

1 Classificato
Olio extravergine DOP Umbria Colli Orvietani ” Poggio Amnate” dell’Azienda Ranchino Eugenio, Orvieto-Terni, Umbria.

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA FRUTTATO MEDIO

2 Classificato
Olio extravergine “Tre Colonne” dell’Azienda agricola Stallone Salvatore di Giovinazzo, Bari, Puglia

1 Classificato
Olio extravergine “Ozzastrera” dell’Azienda Agricola Giovanni Maria Nieddu di Bolotana, Nuoro, Sardegna

OLIO EXTRAVERGINE DOP FRUTTATO MEDIO

2 Classificato
Olio extravergine IGP Toscano dell’Azienda Franci, Montenero d’Orcia, Grosseto, Toscana

1 Classificato
Olio extravergine DOP Umbria – Colli Martani del Frantoio Marfuga, Campello sul Clitunno, Perugia, Umbria

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA FRUTTATO INTENSO

2 Classificato
Olio extravergine “Villa Magra”dell’Azienda Agricola Franci, Montenero d’Orcia, Grosseto, Toscana

1 Classificato
Olio extravergine “Le Camminate” dell’Azienda Agricola Misiti Adria, Sabaudia, Latina, Lazio

OLIO EXTRAVERGINE DOP FRUTTATO INTENSO

2 Classificato
Olio extravergine DOP Monti Iblei – Gulfi dei Frantoi Cutrera, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

1 Classificato
Olio Extravergine DOP Sardegna della Cooperativa Valle del Cedrino Orosei, Nuoro, Sardegna

MENZIONI SPECIALI

MENZIONE SPECIALE PER L’OLIO BIOLOGICO

Olio extravergine biologico a “Le Camminate” dell’Azienda Misiti Adria, di Sabaudia, Latina, Lazio

PREMIO SPECIALE AMPHORA OLEARIA

Azienda Agricola Laura De Parri di Cerrosughero, Canino – Viterbo, Lazio

PREMIO LEKYTHOS

Cinzia Bocchi Fraquelli

 

 

Roberto A. Raschillà

© RIPRODUZIONE RISERVATA